LA FILLEA DELLA CGIL IN CAMPO PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI

Quattro uscite in circa un mese e mezzo. Quattro manifesti ad alta carica emotiva che tappezzeranno Roma, la Provincia e poi tutto il Lazio per far riflettere cittadini ed istituzioni su una realtà tragica del nostro Paese: le morti sul lavoro.


 
    E' stata lanciata oggi nel corso di una conferenza stampa, da Roberto Cellini, Segretario Generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, la Campagna Regionale per la Sicurezza nei Cantieri Edili, che dopo la campagna mediatica, approderà in una grande manifestazione nella quale saranno coinvolti i lavoratori e i loro familiari, le istituzioni e per la quale si auspica, come ha affermato lo stesso Cellini, nella presenza della Segretaria Nazionale Cgil Susanna Camusso.

 
    "Le morti sul lavoro l'anno scorso sono state 1.080 in tutta Italia. Di queste 165 nel solo settore edile e ne abbiamo avute 13 nel solo Lazio. Più di un morto al mese. Iniziamo il 2011 con una conta che già dà i brividi: già altri 66 morti sui luoghi di lavoro. I numerosi appelli alle istituzioni che durante lo scorso anno abbiamo più volte fatto, sono rimasti lettera morta" ha affermato Roberto Cellini. "Ora è importante porre un accento marcato su questa situazione e chiediamo un'attenzione reale e concreta su questo drammatico fenomeno".

 
    La Fillea di Roma e Lazio avanzerà delle proposte atte a prevenire gli incidenti sul lavoro nei cantieri e il primo passo è proprio la valutazione di quanto viene effettivamente speso dalle aziende per il comparto sicurezza. Le altre proposte saranno annunciate al termine della campagna, nella grande manifestazione di fine marzo ed intanto Cellini invita a riflettere su alcuni dati che dànno un'idea di come è cambiato il lavoro, ad esempio nella sola Provincia di Roma dal 2009 ad oggi.

 
    "In un anno abbiamo perso più di 3.000 imprese edili nella sola Provincia di Roma" continua Cellini. "In compenso aumenta il fenomeno dei lavoratori part-time. I lavoratori part-time in edilizia, parliamoci chiaro, non esistono. Qui si lavora sempre 8-10 ore, ma è comodo registrarli part time e pagarli quindi meno. Lo sfruttamento tocca in particolare gli stranieri, che spesso conoscono poco la lingua e non conoscono affatto le regole e vengono ingannati e sfruttati fino alle estreme conseguenze. In Italia lo scorso anno ci sono stati 25.000 infortuni invalidanti: un dato che non può lasciare indifferenti!"

 
    Ma non si pensi che incidenti e morti capitino solo agli stranieri: "Spesso si pensa che il fenomeno delle cosiddette morti bianche sia prevalentemente legato ai lavoratori stranieri e vigliaccamente passa così in secondo piano. Su 13 morti nel Lazio nel 2010, solo 5 erano stranieri". Conclude Cellini "Bisogna capire che non si può più far passare sotto silenzio che ci sono persone che si alzano all'alba per andare a lavorare e non tornano a casa. Questa campagna deve cominciare a scuotere le coscienze e a far mettere in campo atti concreti!"

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